Rivista XL (2000) - fascc. 2-3

Studi e Testi
Verlato Zeno Lorenzo
pp. 231-299
Notizia su un laudario jacoponico (cod. 151 della Biblioteca del Seminario vescovile di Padova)
II.00.23.01

Le quattordici laude jacoponiche e le quattro pseudo-jacoponiche conservate nel cod. 151 della Biblioteca del Seminario vescovile di Padova (=Pd') formano un breve laudario sino ad oggi mai pubblicato. L'edizione diplomatica integrale che qui se ne offre, intende dare un contributo allo studio della vasta e complessa tradizione jacoponica e specialmente del suo ramo "umbro", cui il cod. 151 deve essere collegato, almeno per le prime undici laude. Tale collegamento sembra provato tanto dall'esame linguistico, quanto dall'esame dell'ordinamento e della successione delle laude. L'edizione interpretativa di due laude posta in appendice è eseguita tenendo strettamente conto delle indicazioni provenienti dal dibattito metodologico tuttora in corso.

The fourteen lauds written by Jacopone together with four other lauds ascribed to him, all of them included in the manuscript 151 of the Library of the Episcopal Seminary of Padua (=Pd'), form a short laud-book which has never been published up to the present. The unabridged diplomatical edition presented here aims at giving a contribution to the study of the wide and complex Jacopone tradition, casting light especially on the so-called Umbrian branch, to which the manuscript 151 must be related to (at least, as far as the Brst eleven lauds are concerned). This relation seems to be proved by the linguistic analysis of the lauds as well as by the analysis of hteir organisation and succession in the codex. The Appendix provides to interpretive edition of two lauds: it has been drawn up payng particular attention to all information coming from the methodological approaches currently debated.

Italiano
Samperl Janez
pp. 303-309
La presenza francescana in Pirano al tempo di Carpaccio
II.00.23.02

Il convento di S. Francesco di Pirano, fondato probabilmente pochi anni dopo la morte di san Francesco e che nel 2001 festeggerà i 700 anni di vita, fino al tempo del Carpaccio godette di grandi ricchezze ed alto prestigio; tutto questo grazie anche a due grandi dell'Ordine, Pietro de Sardo e Ludovico Traversari. Molti documenti testimoniano tutto questo, oltre a ricordare la committenza francescana della pala per l'altar maggiore della chiesa francescana, che Vittore Carpaccio consegnò ai frati nel 1519.

St. Francis' convent in Pirano is likely have been founded few years after St. Francis' death; in 2001, the seven-hundredth anniversary of its foundation will be celebrated. It is proved by many documents that the convent had enjoyed worked there. This had been also possible thanks to two important members of the Order, Pietro de Sardo and Ludovico Traversari. Such documents also testify that the altar-piece was commissioned by the Franciscans for the main altar of their church and that it was delivered by Vittore Carpaccio to the friars in 1519.

Italiano
Baldissin Molli Giovanna
pp. 311-319
La pala carpaccesca già a Pirano: appunti di lettura stilistica e iconografica
II.00.23.03

La pala di Vittore Carpaccio, datata 1518 e firmata dall'artista, rappresenta un chiaro ossequio all'opera di Bellini basato su un insegnamento antonellesco. L'analisi del percorso stilistico del pittore dimostra come passando da importanti committenze ad altre più modeste la sua qualità inventiva scada, come avviene anche nella nostra pala per la cui esecuzione si può pensare a un intervento di bottega. Per quanto riguarda l'iconografia, riconoscibili sono i santi attorno alla Vergine, Francesco, Antonio, Pietro e Chiara; invece in quello finora identificato con san Ludovico si deve riconoscere sant'Ambrogio; il santo guerriero a destra, talora identificato in san Luigi, re di Francia è probabilmente san Giorgio.

The altar-piece painted by Vittore Carpaccio in 1518 clearly represents homage paid to Bellini's work trought the teachings of Antonello da Messina. The painter's stylistic progress shows how his imaginative quality falls off when he passes from important commissions to more modest ones, as happens with the above-mentioned altar-piece, which was supposdly painted with the help of assistants. The saints standing around the Virgin are St. Francis, St. Anthony, St. Peter and St. Clare. The saint till now identified as St. Ludovico has been recognized to be St. Ambrose, while in St. Louis, the King of France, one should see St. George.

Italiano
Magani Fabrizio
pp. 321-335
Sulle tracce del Carpaccio. Vicende della pala di Pirano (e alcune note sulla storia della protezione delle opere d’arte in Istria)
II.00.23.04

La complessa vicenda delle opere d'arte legate all'Istria e il problema del loro ricovero in numerose casse conservate dallo stato italiano dopo che quei territori erano passati alla Jugoslavia, all'indomani della seconda guerra mondiale, coinvolge anche la pala di Carpaccio di Pirano. La tela, chiusa in un a cassa passò da Trieste a Villa Manin di Passariano e in seguito arrivò alla Provincia dei minori conventuali del Santo da cui dipendeva il convento di Pirano. Oggi dopo diverse traversie e numerosi restauri della tela, in S. Francesco a Pirano è stato ripristinato l'altare in vista di una possibile collocazione dell'opera.

During the Second World War the greatest Istrian works of art were packed into cases and carried away from that area which would pass to Jugoslavia after the war. One of those cases contained Carpaccio's altar-piece coming from Pirano. It was transferred from Trieste to Villa Manin in Passariano and later from there directly to the Minor Conventuals of the Basilica of St. Anthony, on whom the convent of Pirano depended. Today, the original altar in St. Francis' church in Pirano has been prepared to receive the restored painting.

Italiano
Note e Ricerche
Saracini Leopoldo
pp. 337-372
La Cella del Transito di sant’Antonio nel santuario antoniano dell’Arcella
II.00.23.05

La prima parte della ricerca raccoglie una ricostruzione storica degli avvenimenti relativi alla "Cella del Transito" fulcro generatore e motivo primo della nascita del santuario dell'Arcella, attraverso un regesto d'archivio e citazioni di autori che si sono occupati del Santuario negli ultimi due secoli. La seconda parte raccoglie un'analisi dei lavori di ristrutturazione effettuati dal Gallimberti tra il 1927 e il 1931, il progetto di sistemazione del sacello proposto in occasione del Giubileo da Saracini, Mungo e Lorenzetto, ed infine i risultati delle indagini archeologiche di carattere scientifico eseguite dal Tuzzato sul luogo.

The first part of the study takes into consideration the historical events to which the "Cell of St. Anthony's Death" - the heart of the sanctuary in Arcella - was subject to. A regesto of the archives and authors who have been dealing with this church in the last two centuries are quoted here. The second part of the research is about the restoration works carried out by Gallimberti between 1927 and 1931 and the restoration project proposed on the occasion of the Jubilee Year by Saracini, Mungo and Lorenzetto. This part also deals with the results of the archaelogical investigations carried out Tuzzato on the spot.

Italiano
Frasson Paola
pp. 373-386
Angelo Scarabello: orafo a Padova nel Settecento
II.00.23.06

Angelo Scarabello (Este 1712 - Padova 1795) grazie alla sua lunga attività e all'eccellente qualità della sua produzione si distingue per essere uno dei più importanti artisti orafi di Padova e del Veneto nel Settecento. Nella sua bottega egli realizzò argenti che tutt'oggi sono conservati in numerose chiese della regione. Opere davvero significative gli vennero richieste da committenze auliche di carattere religioso quali il duomo di Este, il monastero delle Vergini Dimesse, la basilica di S. Antonio di Padova.

Angelo Scarabello (Este 1712 - Padova 1795) was one of the most important goldsmiths in Padova and in the Veneto-area during the 18th century, thanks to the excellent quality of his works. In his workshop, he realized pieces of silverware which can still be admired in various churches of the region. Very important works were commissioned by the cathedral of Este, by the convent of the Vergini Dimesse and the basilica of St. Anthony in Padova.

Italiano
Hein Barbara
pp. 387-414
Decorazione esterna dell’Oratorio di S. Giorgio: la pittura murale trecentesca e il suo ripristino ad opera di Giuseppe Cherubini nel 1929-31
II.00.23.07

In questo articolo viene esaminata la decorazione esterna dell'Oratorio di S. Giorgio a Padova, antica cappella gentilizia, famosa soprattutto per il ciclo di affreschi di Altichiero da Zevio. In quest'occasione sono dunque presentati dei frammenti policromi di pittura murale esterna, conservatisi sotto alcuni archetti pensili e finora mai presi in considerazione. Questa decorazione raffigura una serie di lupi rampanti, che rappresentano la figura araldica della famiglia dei Lupi di Soragna alla quale apparteneva il committente della cappella funeraria, Raimondino (+ 1379). L'autore ipotizza che i frammenti che si conservano nella parte posteriore dell'edificio corrispondano alla originaria decorazione della cappella. L'analisi di quanto resta e delle testimonianze delle foto degli anni '40, permette di distinguere inoltre un intervento del 1931 ad opera di Giuseppe Cherubini, che tentò un ripristino delle pitture trecentesche. I documenti dell'Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio relativi a questo intervento vengono pubblicati integralmente.

The article focuses on the exterior decoration of the Oratory of St. George in Padua, famous for the fresco-cycle painted by Altichiero da Zevio. The author presents polychrom fragments of mural paintings, still conserved under some hanging arches of the building, which had not been previously appreciated. The decoration consists of a series of rampant wolves, the heraldic figure of the patron Raimondino Lupi (+ 1379), member of the Lupi family from Soragna, who erected the building as his funerary chapel. The author suggests that the fragments conserved in the back of the building belong to the original decoration. By analysing the remaining fragments and photos of the 1940s one can distinguish the frescoes of the 14th century from a restoration carried out by Giuseppe Cherubini in 1931. The unpublished documents concerning Cherubini‘s restoration, kept in the Archives of the Veneranda Arca di S. Antonio, are transcribed and presented in an unabridged edition.

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