Rivista LXI (2021) - fasc. 3

Studi e Testi
Luciano Bertazzo
pp. 343-345
Padre Giuliano Abram ofmconv (1942-2021). In memoriam
II.21.3.01
italiano
Luca Baggio
pp. 347-353
La sala capitolare al Santo di Padova: interventi recenti di conservazione, restauri, studi, sulla scia di Giotto
II.21.3.02

SOMMARIO
Lo stato frammentario e le estese ridipinture del ciclo dipinto nella sala capitolare del convento del Santo ne hanno limitato per lungo tempo l’apprezzamento critico. Solo recentemente si è registrato un rinnovato interesse su questo nodo ancora sfuggente del soggiorno padovano di Giotto. Anche il Centro Studi Antoniani ha focalizzato l’attenzione sul ciclo affrescato, facendosi promotore o sostenendo nuovi studi, e in particolare indagini scientifiche e analisi delle pitture e della muratura, sollecitate dal progredire preoccupante del degrado degli intonaci affrescati.
Allo scopo di tenere memoria di quanto viene fatto per la conservazione della basilica del Santo e del suo patrimonio artistico, il CSA ha riunito qui, in un’unica pubblicazione, i risultati degli interventi compiuti, secondo un approccio interdisciplinare. I contributi sono presentati sinteticamente: la ricostruzione storica di Serena Di Giovanni, effettuata in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro; la serie di indagini non invasive e con tecnologie d’avanguardia sugli intonaci dipinti e sulla muratura della parete est, realizzate da alcuni centri di ricerca europei coordinati da Gilberto Artioli (Centro CIRCe, Università di Padova); le analisi delle superfici pittoriche e delle strutture murarie della sala capitolare affette da degrado, anch’esse con tecnologie d’avanguardia non invasive, effettuate da Rita Deiana, direttore del CIBA (Università di Padova); gli studi sulle strutture architettoniche della sala del Capitolo e di una parte dell’ala est del chiostro della Magnolia effettuati da Adelmo Lazzari, Serena Franceschi, Annaleda Bordin e Caterina Cuccato (Studio LAIRA), con il supporto di Luca Baggio, che hanno consentito il ritrovamento, in locali del mezzanino al di sopra della sala, di alcuni lacerti di una finta cornice architettonica dipinta dalla bottega giottesca, qui presentati per la prima volta.
Alle serie di contributi sulla sala capitolare fa seguito un altro importante studio rivolto alle strutture architettoniche della basilica antoniana, condotto da un gruppo di ingegneri e architetti del Politecnico di Zurigo, Stefan M. Holzer, Louis Vandenabeele e Martina Diaz, che in questa sede presentano i risultati raggiunti nei primi due anni di indagini.

Parole chiave: Basilica del Santo; sala capitolare; Giotto; Indagini scientifiche di resta

ABSTRACT
The fragmentary state and the extensive repainting of the frescoes in the Chapter Hall of the convent of The Saint limited for a long time its critical appreciation. Only recently has been recorded a renewed interest in this still elusive crux of Giotto’s stay in Padua. The Centro Studi Antoniani has pointed the focus over the frescoed cycle, promoting or supporting new studies, expecially scientific investigations and analysis of the paintings and masonry, urged by the worrying progress of the deterioration of the frescoed plasters.
In order to taking memory about the effort for the conservation of the Basilica of The Saint and its artistic heritage, the CSA has recollected in a single publication the results of the interventions carried out, according to an interdisciplinary approach. The contributions are briefly introduced: the historical reconstruction by Serena Di Giovanni, carried out together with the Central Institute for Restoration; the series of non-invasive investigations using cutting-edge technologies on the painted plasters and masonry of the east wall, led by European research centers headed by Gilberto Artioli (CIRCe Center, University of Padua); the analysis of the painted surfaces and wall structures of the Chapter Hall affected by decay, also with non-invasive cutting-edge technologies, led by Rita Deiana, director of CIBA (University of Padua); the studies on the architectural structures of the Capitular hall and part of the east area of the Cloister of the Magnolia conducted by Adelmo Lazzari, Serena Franceschi, Annaleda Bordin and Caterina Cuccato (Studio LAIRA), with the support of Luca Baggio, which allowed the discovery, in rooms on the mezzanine above the room, of some fragments of a illusionistic architectural frame painted by the Giotto workshop, published here for the first time.
The series of contributions on the Capitular Hall is followed by another important study aimed at the architectural structures of the basilica, conducted by a group of engineers and architects from the Zurich Polytechnic, Stefan M. Holzer, Louis Vandenabeele and Martina Diaz, who collect here the results achieved in the first two years of studies.

Keywords: Basilica del Santo; sala capitolare; Giotto: Scientific restoration investigations.

italiano
Serena Di Giovanni
pp. 355-391
I dipinti murali giotteschi nella sala capitolare del complesso di Sant’Antonio a Padova: ricostruzione della vicenda conservativa
II.21.3.03

SOMMARIO
Questo studio è stato realizzato nell’ambito di un progetto di conservazione e restauro avviato dall’Istituto Centrale per il Restauro sui dipinti murali giotteschi della sala capitolare del complesso di Sant’Antonio a Padova. In tale occasione è stata eseguita una ricostruzione delle vicende storiche e conservative del Capitolo e della sua decorazione, al fine di indirizzare le scelte operate durante il cantiere che si è svolto nell’ottobre 2019 all’interno delle attività didattiche previste dalla Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR.
Attraverso l’analisi delle fonti è stato possibile dettagliare le diverse fasi degli interventi ottocenteschi diretti dai due fratelli, Bernardo e Lodovico Gonzati, assegnando a quest’ultimo una specifica campagna di lavori, avvenuta alla morte di Bernardo. Le fonti archivistiche sono state poi integrate dalle testimonianze letterarie e grafiche, in particolare dai disegni di Cavalcaselle conservati presso la Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, alcuni dei quali inediti e corredati da interessanti annotazioni critiche e dettagliate informazioni sullo stato conservativo dei dipinti murali giotteschi.
La ricostruzione della storia delle pitture murali dai primi anni del Novecento al secondo dopoguerra è stata essenzialmente affidata alle fotografie conservate presso l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione di Roma, la Fototeca di Federico Zeri presso l’Università di Bologna e il Gabinetto Fotografico dei Musei Civici agli Eremitani di Padova. L’analisi incrociata delle fonti fotografiche, letterarie e archivistiche ha consentito di ipotizzare il susseguirsi di alcuni importanti interventi integrativi sulle pitture tra gli anni venti e cinquanta del Novecento.
Per gli anni Duemila sono state analizzate, infine, le indagini diagnostiche condotte sui dipinti murali sotto la direzione di Anna Maria Spiazzi, la cui documentazione è conservata presso l’Archivio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.

Parole chiave: Giotto; Padova; Sala del Capitolo; Santo; Gonzati; Cavalcaselle; Crocifissione; Storia conservativa: Restauro.

ABSTRACT
This study was carried out as part of a conservation and restoration project started by the Istituto Centrale per il Restauro on Giotto’s wall paintings in the chapter house of the S. Antonio complex in Padua. On this occasion it was necessary to reconstruct the historical background and conservation interventions of the room and its decoration, in order to guide the restoration work carried out in October 2019 amongst the didactic activities provided by the Scuola di Alta Formazione Studio of the ICR.
Through the analysis of the sources, the different phases of the nineteenth-century interventions directed by the two brothers, Bernardo Gonzati and Lodovico Gonzati, were detailed. A specific work campaign was assigned to Lodovico after Bernardo’s death. The archival sources were supplemented by literary and graphic testimonies such as Cavalcaselle’s drawings from the Biblioteca Nazionale Marciana in Venice, some of which are unpublished and characterized by interesting annotations on the state of conservation of Giotto’s wall paintings.
The reconstruction of the history of mural paintings from the early twentieth century to the second postwar period was essentially carried out thanks to the photographs kept at the Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione in Rome, the Federico Zeri photographic library at the Bologna University and the photographic archive of the Musei Civici agli Eremitani in Padua. The cross-analysis of photographic, literary and archival sources led us to hypothesize some important restoration work between the 1920s and 1950s.
Finally, for the 2000s, the diagnostic tests carried out on the mural paintings under the direction of Anna Maria Spiazzi were analyzed through the documentation kept in the Archives of the Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.

Keywords: Giotto; Padua; Chapter house; Santo; Gonzati; Cavalcaselle; Crucifixione; Conservation: Restoration.

italiano
Gilberto Artioli - Giulia Ricci
pp. 393-406
Indagini diagnostiche innovative e non invasive alla scoperta di un affresco di Giotto a lungo dimenticato
II.21.3.04

SOMMARIO
Tra il XIV e il XVI secolo, artisti e viaggiatori, come Lorenzo Ghiberti e Giorgio Vasari, fanno riferimento alla presenza di un grande affresco dipinto da Giotto e dalla sua scuola nella grande sala capitolare, situata all’interno del complesso di Sant’Antonio di Padova. Apparentemente, l’ultima volta in cui è stato visto l’affresco giottesco risalirebbe al 1537, prima di essere poi coperto da una scialbatura. Dopo i ritrovamenti, nel corso dell’Ottocento, degli affreschi originari sulle fasce laterali della parete est e sulle pareti nord e sud, a partire dal 1914 furono rinvenuti due frammenti di una Crocifissione nella fascia centrale della parete est, visibili ancora oggi, per cui l’affresco giottesco potrebbe trovarsi ancora parzialmente sotto la Finta architettura dipinta da Lorenzo Bedogni nel 1643. Nonostante la sorprendente scoperta, indagini approfondite e moderne non sono mai state effettuate per confermare l’esistenza dell’affresco originario. In questo contesto, nell’ambito del progetto Europeo IPERION CH1, sono state proposte e coordinate dal Centro CIRCe di UNIPD nel periodo 2016-2020 diverse indagini per verificare la possibile presenza del dipinto giottesco sotto la copertura seicentesca, e per definire lo stato di conservazione degli intonaci e dei dipinti della sala capitolare. La strategia multi-disciplinare utilizzata comprende anche tecniche innovative portatili e penetranti, quali l’interferometria laser (DHSPI), le immagini in spettroscopia TeraHertz (THz), la termografia infrarossa stimolata (SIRT), il radar penetrante (GPR), le quali hanno permesso di estendere lo studio all’interno degli strati dell’affresco. I dati ottenuti mostrano che non c’è alcuna evidenza di aperture o discontinuità all’interno della muratura che possano indicare passaggi o rimodulazioni architettoniche; inoltre lo stato di conservazione degli affreschi e delle murature è stato valutato, gli strati sottostanti sono stati datati, ed è stato possibile definire che in base ai dati diagnostici è probabile che estese porzioni intatte degli affreschi originali giotteschi siano ancora presenti in attesa di essere riscoperti.

Parole chiave: Sala capitolare; Giotto; Crocifissione; Tecniche diagnostiche non invasive; Datazine al radiocarbonio

ABSTRACT
Several direct accounts of travellers and artists, including Lorenzo Ghiberti and Giorgio Vasari, reported during the XIV and XVI centuries the presence of a large fresco painted by Giotto and his school in the sala capitolare (the Chapter Room of the Franciscan order) within the Sant’Antonio historical and religious complex, Padova, Italy. The fresco was apparently last seen in 1537 and then successively covered. Following the mid-1800 recovery of the original frescoes on the side arches of the East wall and on the North and South walls, starting from 1914 two fragments of a Crucifixion, (still visible) were discovered in the central portion of East wall, so that the original fresco by Giotto could still be present below the architectural representation painted by Lorenzo Bedogni in 1643. Despite the important discovery, surprisingly no in-depth modern exploration has been attempted to confirm the existence of the whole painting. As part of a two-year IPERION CH1 project, innovative and non-invasive diagnostic investigations were proposed and carried out by the CIRCe Centre of UNIPD in the period 2016-2020 in order to verify the possible presence of the entire Giotto’s painting no longer visible to naked eyes, and to assess the state of conservation of the frescoes and plasters present in the sala capitolare. The multi-analytical approach involved the use of portable and penetrating complementary techniques, such as laser interferometry (DHSPI), Terahertz imaging, and stimulated infrared thermography (SIRT), which allowed for investigations into the plaster layers. The data obtained show that there is no evidence of openings or gaps in the wall that could suggest the removal of the original fresco in order to place eventual doors, windows, or architectural passages; in addition, it was possible to evaluate the state of conservation of the frescos and walls, and to verify on the basis of diagnostic data that likely there are large intact portions of the original Giotto frescoes to be recovered.

Keywords: Sala capitolare; Giotto; Crucifixion; Non-invasive diagnostic techniques; Radiocarbon dating.

italiano
Rita Deiana
pp. 407-412
Pittura e architettura nella sala del Capitolo della basilica del Santo a Padova. Nuovi elementi e chiavi di lettura oltre la superficie con l’uso dell’imaging multispettrale
II.21.3.05

SOMMARIO
La complessità insita nelle attuali forme e decorazioni che costituiscono la sala del Capitolo nella Basilica del Santo a Padova richiede oggi più che mai un approccio multidisciplinare per una lettura e comprensione delle forme originarie e delle trasformazioni che hanno interessato questo spazio. Una prima occasione di studio e confronto su questo tema nasce grazie alla recente esperienza qui condotta dal Centro Interdipartimentale CIBA dell’Università degli Studi di Padova, con l’utilizzo di metodi non invasivi per l’analisi delle superfici pittoriche e delle strutture murarie della sala, affette da degrado e dissesti evidenti. In particolare, l’esito delle indagini preliminari condotte con l’applicazione dell’imaging multispettrale e le anomalie rilevate grazie a questa tecnica, forniscono oggi nuovi spunti per approfondimenti sulla comprensione delle trasformazioni che hanno interessato questo spazio, dove pittura e architettura custodiscono ancora sotto la superficie gran parte delle tracce delle modifiche avvenute nel tempo, ancora da comprendere e ricostruire.

Parole chiave: Imaging multispettrale; Metodi non invasivi; Pitture murali; Strutture murarie.

ABSTRACT
The complexity related to the current architectural shapes and decorations that make up the Chapter Hall in the Saint Anthony’s Basilica in Padua requires, now more than ever, a multidisciplinary approach for reading and understanding the original shapes and transformations that have affected this space. The first opportunity of study and comparison on this theme was created thanks to the recent experience here conducted by the Interdepartmental Center CIBA of the University of Padua, with the use of non-invasive methods for the analysis of the pictorial surfaces and the wall structures of the Hall, affected by degradation and evident cracks. In particular, the results of the preliminary surveys carried out with the application of multispectral imaging and the anomalies detected thanks to this technique now provide new insights into the understanding of the transformations that have affected this space, where painting and architecture still keep under the surface most of the traces of the changes occurred over time, yet to be understood and reconstructed.

Keywords: Multispectral imaging; Non-invasive methods; Wall paintings;  Wall structures.

italiano
Adelmo Lazzari - Serena Franceschi - Luca Baggio
pp. 413-424
Giotto oltre la volta nella sala capitolare
II.21.3.06

SOMMARIO
Nell’autunno del 2021 è stato condotto un rilievo della sala del Capitolo con l’obiettivo di indagare i suoi aspetti costruttivi e decorativi. Il rilievo è stato eseguito integrando osservazioni in situ, scansioni laser scanner 3D e fotogrammetria, tecniche che hanno permesso di ottenere un modello tridimensionale dell’ambiente decorato e del livello mezzanino, da cui sono strati estratti fotopiani e disegni 2D, necessari per un’indagine metrica, materica e stratigrafica. Queste analisi hanno portato alla scoperta di lacerti pittorici riconducibili alla cornice giottesca della parte superiore della sala oltre l’estradosso della volta e a quello che doveva essere il livello del solaio ligneo antecedente alla realizzazione della volta stessa. Il rilievo e le osservazioni stratigrafiche fanno scaturire ipotesi costruttive e decorative che caratterizzano le indagini come una scoperta in fieri ricca di spunti e suggestioni.

Parole chiave: Fotogrammetria; Stratigrafia; Rilievo; Laser scanner; Scoperta; Indagini.

ABSTRACT
In the autumn of 2021, a survey of the Chapter Hall was made with the purpose of investigating its constructive and decorative aspects. The survey integrated in situ observations, 3D laser scanner scans and photogrammetry, techniques that allowed to obtain a 3D model of the decorated Chapter Hall walls and the mezzanine level, photo-plans and 2D drawings, necessary for the metric, material and stratigraphic study. This analysis led to the discovery of pictorial frames probably made by Giotto and his assistants, in the upper part of the room beyond the extrados of the vault. It also led to the discover of the traces of the presumed level of the wooden floor prior to the construction of the vault itself. The relief and stratigraphic observations give rise to constructive and decorative hypotheses that characterize the investigations as a discovery in progress full of ideas and suggestions.

Keywords: Photogrammetry; Stratigraphy; Survey; Laser scanner; Discovery; Investigations.

italiano
Louis Vandenabeele - Marina Diaz - Stephan Holzer
pp. 425-437
Per la storia della costruzione della basilica di Sant’antonio a Padova. Ricerche in corso
II.21.3.07

SOMMARIO
L’imponente basilica di Sant’Antonio a Padova, la cui costruzione iniziò pochi anni dopo la morte di sant’Antonio nel 1231, è uno degli edifici più importanti del Duecento italiano. Il suo aspetto attuale è il risultato di una serie di trasformazioni distribuite nell’arco di otto secoli, a partire da una prima chiesa in gran parte completata nel 1263. Di fronte alla perdita degli archivi medievali, la storia dell’arte ha cercato dal XIX secolo di discernere la sua evoluzione nel tempo, senza riuscire a ricostruirne le prime tappe in modo inconfutabile.
Per rispondere a queste domande, un progetto di ricerca in archeologia dell’architettura è stato avviato nel 2019 dal Politecnico di Zurigo, in collaborazione con la Delegazione Pontificia per la basilica e la Presidenza della Veneranda Arca di Sant’Antonio. Basandosi su metodi avanzati di rilevamento e di datazione, combinati con un’analisi approfondita delle strutture esistenti, il gruppo di ricerca ha portato alla luce nuovi elementi per comprendere meglio la storia della costruzione della basilica. Dopo due anni di ricerca in situ, questo contributo mira a presentare una panoramica del lavoro intrapreso e a contestualizzare i primi risultati ottenuti.

Parole chiave: Sant’Antonio, basilica; ETH; Archeologia dell’architettura; Datazione.

ABSTRACT
The imposing Basilica of St Anthony in Padua, the construction of which began a few years after St Anthony’s death in 1231, is one of the most important 13th-century buildings in Italy. Its present-day appearance arose from a series of transformations over eight centuries, from a first church primarily completed in 1263. Due to the loss of the medieval building archives, since the 19th century, authors have been trying to discern its evolution over time without succeeding in indubitably reconstructing its first stages.
To answer these questions, a research project in building archaeology was launched in 2019 by ETH Zurich, in collaboration with the Delegazione Pontificia per la Basilica and the Presidenza della Veneranda Arca di Sant’Antonio. Based on advanced surveying and dating methods, combined with an in-depth analysis of the existing structures, the research team brought to light new elements refining the understanding of the construction history of the basilica. After two years of onsite research, this contribution aims to present an overview of the work carried out so far and discuss the preliminary results.

Keywords: Saint Anthony, basilica; ETH; Building archaeology; Dating.

italiano
Note e Ricerche
Ljudevit Anton Maracic
pp. 439-453
La famiglia Tartini e i francescani Conventuali di Pirano
II.21.3.08

SOMMARIO
Il convento francescano di Pirano fu strettamente legato alle vicende della famiglia Tartini e al suo più celebre esponente Giuseppe Tartini (Pirano 1692 - Padova 1770). A testimoniarlo è una notevole documentazione in possesso dell’Archivio della Provincia Croata di San Girolamo a Zagabria dei Frati Minori Conventuali, detti anche Minoriti.
L’autore del presente contributo è stato ultimamente incaricato di curarne il riordino, avendo così modo di rintracciare alcuni documenti che illuminano la relazione tra la casata Tartini, approdata a Pirano dall’Italia centrale, e il convento minoritico della città istriana. Questo collegamento trova speciale risalto per via dell’allontanamento da Padova del giovane Tartini, rifugiatosi per alcuni anni al Sacro Convento di Assisi, dove il padre Giovanni Torre, suo parente da parte materna, era custode. Fu questi che contribuì moltissimo all’ulteriore crescita e all’affinamento artistico del futuro compositore e virtuoso. Pur nell’ombra del suo più giovane e famoso parente, non andrebbe dimenticato il ruolo di questo frate piranese nello sviluppo artistico del giovane Tartini.

Parole chiave: Pirano; Assisi, Convento di San Francesco; Famiglia Tartini; Giovanni Torre ofmconv.

ABSTRACT
The Franciscan convent of Pirano was closely linked to the events of the Tartini family and its most famous exponent Giuseppe Tartini (Pirano 1692 - Padua 1770). This is testified to by the remarkable documentation in the possession of the Archives of the Province of St. Jerome in Zagreb of the Friars Minor Conventual, also called the Minorites.
The author of this contribution has recently been commissioned to take care of the reorganization of this material, thus having the opportunity to trace some documents that illuminate the relationship between the Tartini family, who arrived in Pirano from central Italy, and the Minorite convent of the Istrian city. This connection finds special prominence because of the move from Padua of the young Tartini, who took refuge for several years at the Sacred Convent of Assisi, where lived his father Giovanni Torre, his relative on his mother’s side. He was the superior of the community who contributed greatly to the further growth and artistic refinement of the future composer and virtuoso. Even in the shadow of his youngest and most famous relative, the role of this Piranese friar supporting the artistic development of the young Tartini should not be forgotten.

Keywords: Pirano; Assisi-Sacro Convent of St. Francis; Tartini Family; Giovanni Torre.

italiano
Chiara Casarin
pp. 455-473
Alla riscoperta della musica sacra di Giuseppe Tartini: le diciotto laudi spirituali
II.21.3.09

SOMMARIO
Il contributo esplora un’esigua parte del repertorio vocale di Giuseppe Tartini: le diciotto laudi spirituali a una, due e tre voci. Queste composizioni costituiscono un unicum entro la produzione sacra di Tartini: non solo rappresentano l’unico gruppo di brani devozionali in lingua italiana, ma sono anche trasmesse dal solo autografo a oggi pervenuto di musiche religiose del compositore. L’indagine condotta su questi brevi componimenti ne evidenza la rilevanza sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto, Tartini contribuisce con il suo personale apporto all’antico genere della lauda destinata alla devozione personale e spesso opera di anonimi. La duplice natura (bella copia e composing score) che contrassegna il manoscritto consente inoltre di formulare alcune considerazioni circa il modus componendi di Tartini: da un lato emerge un’affinità tra le laudi e i movimenti lenti delle sonate, dall’altro si evince una tendenza del compositore a ‘‘riciclare’’ il materiale musicale. Un ulteriore aspetto di rilievo è costituito dal legame che questi componimenti presentano con la tradizione popolare veneto-istriana. Questo repertorio, che presenta un linguaggio intimo ed emotivo, rivela la multiforme identità artistica di Tartini.

Parole chiave: Giuseppe Tartini; Musica vocale; Lauda; Analisi e Ricezione.

ABSTRACT
The paper explores a small part of Giuseppe Tartini’s vocal repertoire: the eighteen spiritual laude for one, two and three voices. These compositions represent a unicum within Tartini’s sacred output: not only do they represent the only group of devotional compositions in the Italian language, but they are also transmitted from the only surviving autograph of the composer’s religious music. The research on these miniature compositions highlights their exceptionality and relevance. First of all, Tartini contributes to the ancient genre of lauda destined for personal devotion and traditionally the work of anonymous musicians. The dual nature of the autograph materials (fair copy and composing score) allows us an insight into Tartini’s modus operandi: on one hand, an affinity emerges between the laude and the slow movements of the sonatas, on the other possible self-borrowings emerge and connections with Istro-Venetian popular traditions. This precious micro-repertoire presents an intimate, emotional language of special grace and reveals yet another facet of Tartini’s multifarious artistic identity.

Keywords: Giuseppe Tartini; Vocal music; Lauda; Analysis and Reception.

italiano
Maria Teresa Dolso - Laura Pavan
pp. 475-490
Il fondo documentario ‘‘Giovanni Miccoli’’
II.21.3.10

SOMMARIO
Nel saggio si ripercorrono le tappe che hanno portato, nel corso di pochi anni, dal 2018 al 2020, all’acquisizione, da parte della Biblioteca dell’Istituto Teologico S. Antonio Dottore di Padova, dei fondi librario e documentario di Giovanni Miccoli, scomparso nel marzo del 2017: figura di eccezionale rilievo nel panorama nazionale e internazionale come storico della Chiesa, con interessi di ricerca diversificati che vanno dal Medioevo – in particolare come francescanista di grandissimo rilievo – all’età contemporanea, ma anche come intellettuale di alto profilo, profondamente convinto della funzione civile della ricerca storica. Più di novemila volumi della sua biblioteca sono stati donati all’Istituto Teologico padovano, ai quali si sono aggiunte le sue carte – documentazione della più svariata natura – che sono state oggetto di un recente riordino: in questa sede si pubblica l’Inventario di tutta questa varia documentazione nell’intento di offrire un valido strumento per indagare, approfondire, esaminare tanti aspetti e ambiti della ricca e articolata produzione e del percorso intellettuale del grande storico.

Parole chiave: Giovanni Miccoli; Archivio; Inventario.

ABSTRACT
The essay retraces the steps from 2018 to 2020 that led to the acquisition of the book and document collections of the late Giovanni Miccoli by the Library of the Istituto Teologico S. Antonio Dottore of Padua. Miccoli, who passed away in March 2017, was a Church historian of exceptional importance on the national and international stage. His distinct research interests ranged from the Middle Ages, in particular as a key scholar of Franciscanism, to the contemporary age. He was also a renowned intellectual deeply convinced of the civil function of historical research. More than 9000 volumes from his library have been donated to the Istituto Teologico of Padua, to which his papers – documentation of the most varied nature – have been added. This collection was recently reorganized. This essay includes the Inventory of this documentation in order to offer a val.id tool for investigating, deepening, and examining the multiple aspects and areas of the rich and articulated production and intellectual path of the great historian.

Keywords: Giovanni Miccoli; Archive; Inventory.

italiano
Franco Benucci
pp. 491-512
Magnificenza monastica a gloria di Dio. L’abbazia di Santa Giustina di Padova. Nota di lettura
II.21.3.11

SOMMARIO
Dopo una presentazione generale di un recente volume collettaneo su Santa Giustina, occasionato dal centenario della rinnovata presenza monastica nella storica abbazia e ricco di ben quarantaquattro contributi dedicati alla storia e al variegato patrimonio artistico-culturale del monastero padovano, la nota si sofferma su un aspetto cruciale ma lasciato in ombra da tutti gli autori, anche da quanti più da vicino si sono occupati delle origini tardoantiche del complesso giustiniano, ovvero sull’effettivo ruolo svolto dal patrizio Opilione nella fondazione della basilica vel oratorium in honore sanctae Iustinae. Analizzando in modo multidisciplinare e da più punti di vista il testo della nota epigrafe che commemora l’avvenimento e perpetua la memoria del devoto e generoso conditor, si giunge alla conclusione che uno solo fu l’edificio da lui fatto costruire a fundamentis: l’oratorio ora detto di San Prosdocimo, chiamato anche, secondo l’uso del tempo (e della cancelleria papale di allora), basilica, che venne semplicemente addossato a una preesistente chiesa, destinata a divenire in seguito la basilica di Santa Giustina, nel senso che si attribuisce ora alla parola.

Parole chiave: Santa Giustina; Opilione; basilica vel oratorium.

ABSTRACT
After a general overwiev of a recent collective book about Santa Giustina, due to the centenary of the restauration of the monastical presence in the historical abbey and rich of no less than 44 contributions devoted to both the history and the varied artistic and cultural heritage of the Paduan monastery, the note lingers over a subject which, although crucial in itself, has been underestimated by all the authors, even those who more closely dealt with the late-antique origins of the Justinian complex, i.e. the actual role played by the patrician Opilio in the foundation of the basilica vel oratorium in honore sanctae Iustinae. A polyhedral analysis of the text of the well-known inscription which commemorates the event and perpetuates the memory of the pious and generous conditor, carried out from several points of view, concluding that the building conceived a fundamentis was just one: the oratory now named to Saint Prosdocimo, which according to the use of the papal chancellory was also called basilica, of those times simply lent against a preexistent church, doomed to become later the basilica of Santa Giustina, in the present sense of the word.

Keywords: Santa Giustina; Opilio, basilica vel oratorium.

italiano