Giovanni Angeli. Lettere del Sant'Ufficio di Roma all'Inquisizione di Padova (1567-1660). Con nuovi documenti sulla carcerazione padovana di Tommaso Campanella in appendice (1594)

Antonino Poppi (a cura)
Collana
Centro Studi Antoniani - CSA
Edizione
1
Anno
2013
Pagine
192
Formato
24x17
Illustrazioni
tavv.
Tipo copertina
brossura
ISBN
978-88-85155-92-3
Cod. CSA
CSA51
Lingua
Italiano
Note

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Contenuto

Presentazione di Stefania Malavasi

ITALIANO
L’archivio dell’Inquisizione di Padova fu bruciato il 17 luglio 1797 dalla municipalità alle dipendenze dell’esercito francese di occupazione; il manoscritto 737 della Biblioteca Antoniana è l’unico testo superstite che getta ora qualche luce sull’attività plurisecolare di quel tribunale della fede. Fu compilato dall’inquisitore toscano Giovanni Angeli nei mesi iniziali del suo servizio  padovano nel 1659 quale prontuario per il suo lavoro giornaliero e contiene il regesto di centinaia di lettere e di altri documenti inviati a Padova dalla Congregazione romana del Sant’Ufficio dal 1567 al 1660 con direttive, valutazioni, riprensioni concernenti processi di imputati in corso in questa Inquisizione. Poiché a motivo del segreto d’ufficio padre Angeli si limita a segnare la pagina e il numero del registro dell’archivio, però omette costantemente il nome degli inquisiti e appunta raramente la data di emissione, nella trascrizione del manoscritto il curatore ha cercato di datare e contestualizzare, per quanto possibile, i documenti attingendo a diverse fonti edite e inedite, sia romane sia locali.
I contenuti  del grosso quaderno (161 pagine) rispecchiano una grande varietà di casi spettanti all’ortodossia della fede: negazioni delle verità fondamentali della dottrina cattolica, bestemmie ereticali, sortilegi qualificati o semplici, pratiche superstiziose e negromantiche, ancora abbastanza presenti nel territorio di fronte all’esigua preoccupazione per le streghe, ostilità verso gli ebrei, ecc. Si notano tuttavia alcune concentrazioni tematiche di notevole interesse riguardanti la censura libraria di parecchi autori (in particolare del Cremonini, ma anche di Galileo, il de Dominis, ecc.) conforme ai diversi “Indices” pontifici; molte lettere affrontano i processi contro i celebranti la messa senza l’ordinazione presbiterale, oppure i rei dell’odioso peccato della “sollicitatio ad turpia” nel sacramento della confessione. Ricorrono con insistenza i problemi del finanziamento assai esiguo e la regolazione delle spese con severa rendicontazione semestrale a Roma. Tipicamente patavina, oltre alla sorveglianza dottrinale e morale di alcuni docenti in odore di eresia, è la difficile convivenza con il folto gruppo di studenti tedeschi luterani che affollavano le aule dello Studio, incriminati per i loro modi offensivi e indecenti rispetto ai riti e luoghi sacri della città. Emergono anche alcune tensioni e conflitti dell’inquisitore con le autorità politiche veneziane, le quali nei rapporti con l’autorità ecclesiastica seguivano la linea giurisdizionalista tracciata nei consulti di Paolo Sarpi.
In appendice sono stati raccolti alcuni documenti pertinenti all’attività del Sant’Ufficio di Padova provenienti da luoghi e tempi diversi, il più significativo dei quali è senza dubbio il primo, sulla carcerazione padovana di Tommaso Campanella nel 1594, contenente la deposizione di due testimoni sul suo accusatore (l’ebraizzante Ottavio Longo da Barletta) e la falsità delle sue accuse contro il frate di Stilo, permettendo così di chiarire alcuni punti oscuri della vicenda campanelliana là dove si erano fermate le benemerite ricerche di Luigi Amabile, Luigi Firpo, Leen Spruit, Germana Ernst, Giacomo Moro, e altri.

ENGLISH
The archives of the Inquisition of Padua was burned on July 17, 1797 by the municipal administration employed by the French army of occupation; the manuscript 737 of the Biblioteca Antoniana is the only surviving text that sheds some light on the centuries of work of that tribunal of faith. It was compiled by the Tuscan Inquisitor Giovanni Angeli in the early months of his service in Padua in 1659 as a handbook for his daily work and contains the summary of hundreds of letters and of other documents sent to Padua by the Roman Congregation of the Holy Office from 1567 to 1660 with directives, evaluations, reprimands concerning processes of defendants which were ongoing in this Inquisition. For reasons of the secrecy of the office, father Angeli limits himself to marking the page and the register number of the archive, but constantly omits the name of the accused and rarely records the date of issuance; in the transcription of the manuscript, the editor has tried, as far as possible, to date and to contextualize the documents drawing on diverse published and unpublished sources, both local and Roman.
The contents of the thick notebook (161 pages) reflect a wide variety of cases concerning orthodoxy of the faith: denial of the fundamental truths of Catholic doctrine, heretical blasphemy, qualified or simple sorcery, superstitious practices and necromancy, still quite present in the area in comparison to the less concern for witches, hostility toward Jews, etc. One notes, however, some concentration on substantive issues of interest related to the censorship of books of several authors (especially Cremonini, but also Galileo, de Dominis, etc..) in compliance to the different papal "Indices"; many letters deal with the trials of the celebrants of Mass without priestly ordination, or the perpetrators of the odious sin of "sollicitatio to turpia" in the sacrament of confession. The problem of financing, even if less, and the regulation of the expenses with strict reporting every half-year to Rome recur insistently. In addition to the doctrinal and moral surveillance of some teachers suspected of heresy, typically Paduan, is the difficulty of living with the large group of German Lutheran students who crowded the halls of the School, indicted for their offensive and indecent ways in respect to the rites and sacred places of the city. Also emerging are some tensions and conflicts between the inquisitor and the political authorities of Venice, the latter, who in their relations with the ecclesiastical authorities followed the jurisdictional line drawn in the consultations with Paolo Sarpi.
In the appendix, some documents pertinent to the Holy Office of Padua from different time periods and places have been collected, the most significant of which is undoubtedly the first, on the imprisonment at Padua of Tommaso Campanella in 1594, containing the testimony of two witnesses on his accuser (the jewidaizing Ottavio Longo da Barletta) and the falsity of his charges against the brother of Stilo, allowing, in this way, for clarity on some obscure points in the story of Campanella at the point where the worthy research of Luigi Amabile, Luigi Firpo, Leen Spruit, Germana Ernst, Giacomo Moro and others had stopped.

Recensioni

Archivum Franciscanum Historicum, 107 (2014 fasc 1-2)
Avvenire, 13 luglio 2013
Bibliotheca Augustiniana 2018 (Vol IX, Tomo 1)
Carthaginensia, XXXIII (2017), n. 64
Collectanea Franciscana 83 (2013)
Memorie Storiche Forogivliesi 2012-2013 (2015)
Miscellanea Francescana, 113 (2013)
Il Sole 24 Ore, 12 maggio 2013