Rivista XLIII (2003) - fascc. 2-3

Bertazzo Luciano
pp. 331-339
Padre Giovanni Luisetto (1917-2001). In memoriam
II.03.23.01
Italiano
Torbidoni Lamberto
pp. 341-352
Giovanni Luisetto e altro. - Per una storia della grafologia morettiana
II.03.23.02

Questo contributo sul valore della collaborazione Luisetto-Moretti, ai fini dell'affermazione della metodologia morettiana nel contesto degli studi grafologici impostati e portati avanti attraverso la necessaria sperimentazione in diversi paesi sia europei che extra, può essere considerato una autentica testimonianza, perciò meritevole della migliore credibilità. Padre Torbidoni, infatti, si è personalmente coinvolto nella attività culturale di padre Girolamo moretti, fondatore-caposcuola della grafologia in Italia. Torbidoni è vissuto con Moretti (1879-1963) nell'intento di organizzare accanto al maestro una struttura che ne garantisse non solo la correttezza a livello culturale, ma anche efficacia sul piano operativo e divulgativo. Per conseguire i due obiettivi determinante è stata l'azione di sostegno e di stimolo portata avanti da Luisetto con creatività e tenacia a fianco di Moretti e, dopo la morte di questi, all'interno dell'Istituto grafologico "G. Moretti" e sempre a fini promozionali. Ne sono venuti risultati importanti, come ad esempio l'ambito traguardo dell'inserimento in due Università (Urbino e LUMSA di Roma) di corsi completi di grafologia riconosciuti dal Ministero della Pubblica Istruzione. Se Moretti ha potuto gradualmente precisare meglio il suo metodo esposto nel Trattato di grafologia (pervenuto oggi alla 14a edizione), se di lui sono state scritte e pubblicate altre dieci opere su aspetti particolari dell'utilizzazione dell'analisi grafologica, lo si deve principalmente al pungolo esercitato su di lui da Luisetto. Questi ha voluto che il Maestro scrivesse tutto quello che gli sorgeva nella mente, indubbiamente piuttosto fertile. Se il risultato può essere ritenuto ottimale sotto il profilo quantitativo, non lo è altrettanto sotto quello qualitativo. Oggi l'Istituto sta rimediando a questa lacuna nelle riedizioni, sempre precedute da Introduzioni che ne puntualizzano pregi e limiti onde portare il lettore e lo studioso a una corretta interpretazione e valorizzazione. Valutando nel complesso quello che è stato e ha fatto Luisetto affiancandosi a Moretti, giustamente Torbidoni ha potuto scrivere che "se non ci fosse stato padre Luisetto, oggi non si parlerebbe, sia in Italia che all'estero, di Moretti, della originale ed efficace sua metodologia grafologica".

This study highlights the value of the Luisetto-Moretti co-operation, which helped affirm Moretti's methodology in the field of Graphology. It also has value as a first hand account, because the author was personally involved in the cultural activities of Father Girolamo Moretti and worked together with him to establish an organization which would ensure high cultural standards and efficient operative and publication activities. These two objectives were reached through Luisetto's support and stimulus side by side with Moretti; a contribution exercised with creativity and tenacity which proved to be of essential value. This contribution continued, after the latter's death in 1963, in the G. Moretti Graphological Institute, which continues the tradition. Important results have come from this, such as, for example, the long awaited inclusion in two Universities (Urbino and LUMSA in Rome) of comprehensive courses in Graphology, which are acknowledged by the Ministry of Education. If Moretti was able to gradually set forth his method in the Trattato di Grafologia [Treatise on Graphology], now at its 14th edition, if another 10 works have been written and published on the particular aspects of the use of his graphological analysis, this is due mainly to the stimulus and encouragement which Luisetto exercised on him. Luisetto wanted his Teacher to write everything that came to his mind. If this result may be held as excellent under the aspect of quantity, it is less so in terms of quality. The Institute is now adjusting these defects in the re-editions, which always contain introductions highlighting their strong and weak points, so that the reader may rightly interpret and evaluate the works. For an overall appreciation of Luisetto's presence and activity at Moretti's side, we may say that "if it hadn't been for Father Luisetto, we would not be talking today, in Italy or abroad, of Moretti and of his original and efficient graphological methodology".

Italiano
Ruzza Salvatore
pp. 353-370
Giovanni Luisetto e Girolamo Moretti. Valori e limiti di una collaborazione decisiva per la grafologia morettiana
II.03.23.03

L'autore, membro dell'Istituto Grafologico G. Moretti (Urbino) ed ex docente di Storia della Grafologia e Grafologia dell'età evolutiva presso la Scuola Superiore di Studi Grafologici (Università di Urbino), ripercorre alcuni momenti significativi della sua frequentazione con Giovanni Luisetto, sintetizzando i caratteri precipui del rapporto intercorso tra questi e Girolamo Moretti. Quindi presenta i passaggi salienti dell'analisi grafologica che ciascuno dei due ha fatto dell'altro e prosegue con una rassegna degli scritti grafologici di Giovanni Luisetto, mettendone in evidenza pregi e limiti. Conclude affermando il ruolo fondamentale avuto da Luisetto nell'indurre il grande grafologo a produrre opere indispensabili alla maturazione scientifica della grafologia.

The author, a member of the G. Moretti Institute of Graphology (Urbino) and an ex-professor of History of Graphology and of Pedagogical Graphology at the Scuola Superiore di Studi Grafologici (University of Urbino), reviews some of the salient moments oi hìs encounters wìth and attendance of Giovanni Luisetto's courses. He summarises the principal aspects of the latter's relationship with Girolamo Moretti. He then expounds the salient phases of the graphological analysis which each of them made of the other's works, and continues with a review of Giovanni Luisetto's graphological writings, highlighting their strong and weak points. He concludes with an appraisal of the fundamental role played by Luisetto in stimulating the great graphologist to produce works which proved essential to the scientific development of graphology.

Italiano
Massaro Maria Nevilla
pp. 371-382
La figura e le musiche di Costanzo Porta nella tradizione del Santo a Padova
II.03.23.04

Padre Giovanni Luisetto incluse tra i suoi molteplici interessi anche gli studi di argomento musicale, curando tra l'altro le due edizioni dell'"Opera Omnia" di Costanzo Porta nella trascrizione moderna di Siro Cisilino. Porta fu maestro della Cappella Antoniana di Padova in due diversi periodi (1565-67, 1595-1601), ai quali può essere riferita la composizione di alcune opere di musica sacra: al primo appartengono i due volumi di Introiti a 5 voci, al secondo (e ultimo della sua vita) l'"Hymnodia sacra" a 4 voci. Egli fu inoltre maestro di una serie di musicisti, alcuni dei quali ne continuarono l'attività assumendo a loro volta il magistero della Cappella padovana o di altre limitrofe. Le opere di Porta rimasero sempre presenti nella tradizione esecutiva della Cappella Antoniana, come è dimostrato da alcune testimonianze seicentesche e dalla ripresa, nel Settecento, degli Introiti e di una Messa ai quali F.A. Vallotti aggiunse il basso continuo e talora delle parti strumentali. Anche successivi manoscritti o acquisizioni di stampe, oltre agli studi sul repertorio antoniano avviati da G. Tebaldini, confermano l'interesse per questo autore.

Father Giovanni Luisetto included in his many interests even the study of music, editing, among other things, the two editions of the Collected Works of Costanzo Porta, in the modern transcription of Siro Cisilino. Porta was master of the Anthonian Chapel in Padua in two different periods (1565-67, 1595-1601). To these periods may be referred the composition of some pieces of sacred music: to the first belong the two volumes of Introits in 5 parts, to the second (and last of his life), the "Hymnodia sacra" in 4 parts. He was furthermore the teacher of a series of musicians, some of whom continued his work by taking over his teaching post in the Paduan Chapel or in others nearby. Porta's works always remained present in the performance tradition of the Anthonian Chapel, as is demonstrated by 17th century evidence and by the resumption, in the 18th century, of the Introits and of a Mass to which F.A. Vallotti added a continuous bass and sometimes some instrumental pieces. Successive manuscripts or acquisitions of printings, as well as the studies on the Anthonian catalogue begun by G. Tebaldini, also confirm. the interest in this author.

Italiano
Targa Cristina
pp. 383-410
I manoscritti del fondo Suman-Berti dell'Accademia dei Concordi di Rovigo e la Cappella Musicale Antoniana di Padova
II.03.23.05

La catalogazione del fondo Suman-Berti dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, curata dall'autrice nei primi anni del 2000, ha evidenziato le caratteristiche della raccolta, costituita per lo più da manoscritti musicali sette-ottocenteschi appartenuti a una nobile famiglia di musicisti dilettanti padovani, i Suman, tra cui spiccano Marco Antonio (1787-1817) e il figlio Pietro (1816-1890). Alcuni di questi manoscritti hanno certamente attinenza con altri conservati alla Biblioteca Antoniana di Padova e derivati dall'attività musicale della Cappella del Santo: almeno in due casi si può addirittura ipotizzare, con buona probabilità, che i manoscritti rodigini abbiano una vera e propria provenienza diretta dall'antica istituzione antoniana. Gli interessi artistici e culturali che coinvolsero, a diverso titolo, gran parte della famiglia Suman, hanno lasciato numerose tangibili tracce che in molti casi riconducono al Santo di Padova.
The cataloguing of the Suman-Berti fund of the Accademia dei Concordi di Rovigo, directed by Cristina Targa in the first years after 2000 has highlighted the characteristics of the collection, constituted mainly by musical manuscripts of the 18th and 19th centuries, which belonged to a noble Paduan family of amateur musicians, the Suman, amongst whom Marco Antonio (1787-1817) and his son Pietro (1816-1890) stand out in particular. Some of these manuscripts are certainly connected with others kept in the Biblioteca Antoniana in Padua, which originate from the musical activity of the Anthonian Chapel: we can assume with a certain degree of certainty that in at least two instances the manuscripts from Rovigo originated directly from the ancient Anthonian institution. The cultural and artistic interests which involved, in different degrees, a great part of the Suman family, have left numerous and visible traces which in many cases lead back to the Anthonian institution in Padua.

Italiano
Stadelmann Christof
pp. 411-429
Schokolade vom klassischen diktator: padre Martini und Christoph Willibald Gluck
II.03.23.06

La biografia e l'opera non lasciano affatto supporre degli elementi in comune tra padre Giambattista Martini, autorevole teorico della musica e sostenitore della composizione su "cantus firmus" gregoriano, e il riformatore dell'opera Christoph Willibald Gluck. La prima rappresentazione de Il "Trionfo di Clelia" nel 1763 portò a un primo incontro. Due epistole, la partitura dell'Alceste firmata a mano, un ritratto di Gluck, e fonti ulteriori, danno delle informazioni sul tipo di comunicazione tra i due uomini e permettono di ricostruire in parte il loro scambio di idee e di interessi. Altro materiale documentario è contenuto inoltre nella autobiografia di Karl Ditters von Dittersdorf. Lo scambio epistolare di Martini con il letterato ed esteta della musica François Arnaud da una parte, e con Domenico Caracciolo, ambasciatore di Napoli presso la corte francese dall'altra, attestano la posizione ponderata nella disputa parigina sull'opera tra i fautori di Gluck e quelli di Piccini. Per un periodo di quasi due decenni la comunicazione tra il dotto francescano e il militante Cavaliere dallo sperone d'oro è stata segnata da stima reciproca e forse persino da amicizia.

One would be unlikely to suspect that padre Giambattista Martini, the influential music theorist and champion of cantus firmus composition, and the opera reformer Christopher Willibald Gluck had much in common from a knowledge of their respective biographies and life works. The premiere of "Il Trionfo di Clelia" in 1763 led to their first meeting. Two letters, the autographed score of Alceste and a portrait of Gluck, amongst other sources, offer clues about the nature of their correspondence and enable a partial reconstruction of their exchanges of ideas and interests. The autobiography of Karl Ditters von Dittersdorf also contains illustrative material on this subject. Martinis equilateral position in the battle between followers of Gluck and those of Piccini at the Paris Opera is shown in his correspondence with the author and music aesthete, François Arnaud, on the one hand, and with Domenico Caracciolo, Neapolitan ambassador at the French court, on the other. Nearly two decades of correspondence between the Franciscan scholar and the pugnacious "Rider of the Golden Spur" attest to their genuine friendship and high regard for one another.

Tedesco
Novelli Anna Maria
pp. 431-444
Giovanni Tebaldini e il triennio di Padova
II.03.23.07

Lo studio inizia con riferimenti biografici su Giovanni Tebaldini, correlati alla sua poliedrica attività, e mette in luce il ruolo determinante da lui avuto nella difesa di valori atemporali e nell'evoluzione del linguaggio musicale. Quindi, rivisita il triennio in cui egli fu a Padova come direttore della Cappella Antoniana: periodo che gli diede l'opportunità di far conoscere le sue qualità di compositore, organizzatore di manifestazioni, musicologo, riformatore di musica sacra, organista, direttore di cori e d'orchestra, conferenziere, oltre che di erudito paleografo. L'excursus sulla sua carriera - densa di realizzazioni, incontri e avvenimenti - prosegue fino agli ultimi anni della sua esistenza: dall'approdo alla direzione del prestigioso Conservatorio di Parma (dove con passione e impegno continuò un'incisiva azione innovativa nel rispetto della gloriosa tradizione musicale italiana) alla lunga stagione lauretana, all'incarico assunto nel Conservatorio di Napoli. Il testo è completato da una puntuale sintesi della multiforme produzione di Tebaldini e da una nota sul programma del Centro Studi e Ricerche a lui intitolato.

This study begins with some biographical material on Giovanni Tebaldini, connected to the wide range of his activities. It highlights his important contribution to the defence of eternal values and to the development of the language of music. It then reviews his three years in Padua as director of the Anthonian Chapel: in this period he exhibited his qualities as composer, organiser of performances, musicologist, reformer of sacred music, organist, director of choirs and orchestras, lecturer and learned palaeographer as well. The course of his career - full of achievements, meetings and happenings - continues up to the last years of his life: from the time of his direction of the prestigious Conservatory of Parma (which he directed with passion and commitment, continuing a work of innovation within the framework of the glorious Italian musical tradition) to the long period spent in Loreto and finally the Conservatory of Naples. The text ends with a synthesis of his wide-ranging work and with a note on the programme of the Centro Studi e Ricerche, which is named after him.

Italiano
Ruiz Damien
pp. 445-459
Le chapitre d'Arles (1224-1226) ou la rencontre de François et d'Antoine: un échange de charismes?
II.03.23.08

Miracolo di Francesco, miracolo di Antonio? Quest'episodio del capitolo di Arles simboleggia nella tradizione agiografica francescana e antoniana l'evoluzione dell'ordine dei frati Minori durante il primo secolo di storia francescana.

Miracle of Francis, miracle of Anthony? This episode of the chapter of Arles symbolises in the hagiographical tradition of both Francis and Anthony the evolution of the order of the Friars Minor during the first century of Franciscan history.

Francese
Poppi Antonino
pp. 461-492
Professori scotisti nell'Universitas theologorum dello Studio di Padova (1510-1806)
II.03.23.09

Dallo spoglio della quarantina di volumi manoscritti dell'Archivio Storico dell'Università di Padova contenenti gli "Acta Sacri Collegii Dominorum Theologorum Paduae" l'autore ha selezionato alcune notizie riguardanti i francescani conventuali professori di metafisica e di teologia "in via Scoti" nella facoltà delle Arti della locale Università, mettendo in luce il loro apporto nelle varie riforme statutarie del Collegio, nella promozione e difesa della facoltà teologica, nella censura delle proposizioni ereticali di un loro antico dottore, l'ex vescovo di Spalato Marco Antonio de Dominis, ecc. In questa rassegna emerge il profilo di alcune figure rilevanti sul piano teoretico/dottrinale o dallo spiccato carisma creativo/pragmatico (ad es., nel Seicento, il faentino Filippo Fabri, il dalmata Matteo Ferchio, l'umbro Felice Rotondi, promotore della nuova divisa ufficiale dei teologi e di una specifica processione cittadina in onore di sant'Antonio). Il manipolo di docenti scotisti del Settecento appare di buona levatura dal punto di vista didattico/scientifico, tuttavia sembrano ormai bloccati nelle iniziative anche interne al Collegio dall'erosione della loro originaria autonomia da parte dell'ingerenza invasiva della politica di Venezia che aveva progressivamente accentrato nelle diverse magistrature dello Stato tutte "le cose dello Studio". Nella dialettica interna del Collegio si nota qualche frizione, anche a livello pratico, con la componente dell'antagonista Scuola domenicana; più limpidi invece e collaborativi i rapporti con la bella schiera di teologi degli eremitani e con i benedettini cassinesi di Santa Giustina, generalmente docenti di sacra Scrittura.

After browsing through 40 or so handwritten volumes of the "Archivio Storico of the University of Padua", which contain the Acta Sacri Collegii Dominorum Theologorum Paduae, the author has selected that material pertaining to the Conventual Franciscans who taught metaphysics and theology "in via Scoti2 in the Arts Faculty of the University. The study highlights their contribution to the various statutes of the "Collegio", their promotion and defence of the Theological Faculty, their censure of the heretical positions of one of their ancient doctors, the ex bishop of Spalato, Marco Antonio de Dominis, etc. In the work, some important personalities emerge in the theoretical/doctrinal fields or for their creative/pragmatic qualities (e.g.: Filippo Fabri from Faenza in the 17th century, Matteo Ferchio from Dalmatia, Felice Rotondi from Umbria, who promoted the new official uniform for theologians and an urban procession in honour of Saint Anthony). This handful of Scotistic teachers of the 18th century appears to be of a rather high level from the didactic/scientific point of view, but they are also hampered in their initiatives, even within the "Collegio", by the erosion of their original autonomy arising from the interfering politics of Venice, poised at concentrating in the various departments of State all "things pertaining to Studies". Attrition can be felt in the internal dialectics of the "Collegio", even at a practical level, with the opposing Dominican school. More straightforward and cooperative is the relationship with the beautiful host of theologians from the Eremitani and with the Montecassino Benedictines of St Giustina in Padua, most of whom were teachers of the holy scriptures.

Italiano
Robson Michael
pp. 493-520
The growth of the libraries of the Greyfriars in England (1224-1539)
II.03.23.10

I frati francescani dell'Inghilterra medievale fondarono delle imponenti biblioteche grazie a un esercito di benefattori, inclusi ecclesiastici, che le rifornirono con i libri necessari per i loro ministeri di preghiera e confessione. Mentre allestivano le loro biblioteche iniziarono due ambiziosi progetti la "Tabula septem custodiarum" e il "Registrum Anglie" che gli permisero di ordinare sistematicamente informazioni riguardanti la collocazione di testi biblici e patristici. Per le loro eccezionali collezioni furono invidiati da altri ordini religiosi e dal clero secolare. Purtroppo lo scioglimento dei conventi, voluto dalla corona negli anni 1538/39, causò la dispersione del patrimonio di queste biblioteche di cui rimangono relativamente pochi volumi.

The friars of medieval England established impressive libraries, thanks to help from an army of benefactors, including clerics, who supplied them with the books required for their ministry of preaching and hearing confessions. While they were building up their own libraries, they initiated ambitious projects, the "Tabula septem custodiarum" and "Registrum Anglie", which enabled them to marshal information regarding the location of biblical and patristic texts. Their remarkable collections made them the envy of other religious orders and the secular clergy. The Dissolution of the religious houses by the crown in 1538/9 effectively scattered these libraries of which comparatively few books remain.

Inglese
Gatti Isidoro Liberale
pp. 521-560
Un giovane cardinale del Rinascimento: fra Pietro Riario OFMConv, cardinale vescovo di Treviso (1445-1474)
II.03.23.11

Il contributo presenta una sommaria biografia del cardinale fra Pietro Riario, dei frati Minori Conventuali (1445-74), nipote di Sisto IV e, per due anni, suo Segretario per i Rapporti con gli Stati e Legato per l'Italia. Soprattutto vengono messe in luce le sue qualità politiche e il suo fecondo mecenatismo per la cultura e l'arte, nonché il suo animo caritatevole. Tutte queste qualità sono oggi dimenticate, eppure su di esse è sempre esistita una buona documentazione storica. Tale oggettiva e scientifica consapevolezza non fu recepita dalla memoria comune, che fu manipolata da invidiosi e da nemici politici che hanno raccattato la spazzatura e le calunnie più velenose per rovesciarle addosso al Nostro. Bassifondi che verranno scoperti e denunciati in una successiva e annunciata "editio maior" della biografia del giovane cardinale.

The study is a brief biography of cardinal Pietro Riario, a Conventual Franciscan (1445-74) and nephew of Pope Sixtus IV, for whom he served for two years as Foreign Secretary and Legate for Italy. The biography highlights in particular his political skills and fruitful patronage of art and culture as well as his predisposition for charity. All of these qualities have now been forgotten despite a consistent body of documentary evidence. His capacities, both scientific and in general, were not commonly acknowledged because his figure became the victim of a smear campaign, perpetrated by his political enemies and the envious. The base nature of the slander and gossip directed against him will be uncovered in a forthcoming biography, the "editio maior" of this young cardinal.

Italiano
Ciccarelli Diego
pp. 561-569
Vincenzo Coronelli e la Sicilia: il carteggio con Antonino Mongitore
II.03.23.12

Tra gli studiosi consultati da Vincenzo Coronelli per avere notizie su personaggi siciliani da inserire nella sua monumentale opera c'è il canonico siciliano Antonino Mongitore, autore di numerose pubblicazioni sulla storia. della Sicilia, editore di raccolte documentarie e della "Bibliotheca Sicula", un repertorio bibliografico degli scrittori siciliani. Alcune lettere testimoniano lo scambio di libri e di informazioni, di attestazioni reciproche di stima tra i due studiosi. Queste tuttavia non escludono, da parte del Mongitore, la segnalazione di inesattezze riscontrate nell'opera coronelliana nella parte relativa alla Sicilia.
Insieme al carteggio, si riporta il testo della circolare inviata dal Coronelli per la richiesta di informazioni.

One of the experts consulted by Vincenzo Coronelli in his search for information on Sicilian personalities to be included in his monumental work, is the Sicilian canon Antonino Mongitore, author of numerous works on Sicilian history, editor of documentary volumes and of the "Biblioteca Sicula", a bibliographic catalogue of Sicilian writers. Some letters bear witness to the exchange of books and information and to the reciprocal declarations of esteem. These declaration however, do not prevent Mongitore from pointing out some inaccuracies in Coronelli's work pertaining to Sicily. Together with the collected letters there is the text of the circular letter forwarded by Coronelli to solicit the information required.

Italiano
Bruzzone Gian Luigi
pp. 571-599
Lettere di padre Gabriello Mainardi, OFMConv a padre Angelico Aprosio, OSA
II.03.23.13

Il contributo focalizza il rapporto fra due letterati del pieno Seicento: l'agostiniano Angelico Aprosio (1607-81) e il minore conventuale Gabriello Mainardi (1615-80). Il primo è ancora ricordato e studiato - grazie al monumentale carteggio conservato - per i contatti con moltissime personalità del suo tempo, fra le quali il nizzardo Mainardi. I documenti epistolari possono un poco evocare l'opera di promozione culturale svolta dalle comunità religiose e monastiche e il reticolato di conoscenze degli studiosi.

The contribution focuses the relationship between two seventeenth-century men of letters: the Augustinians Angelico Aprosio (1607-81) and the Minor Conventual Gabriello Mainardi (1615-80). The former is still remembered and studied, both for his imposing preserved correspondence, and for his contacts with many personages of his time, among them Mainardi, from Nice. This correspondence can evoke the effort of the cultural promotion made by the religious and monastic communities and the grid of connections of the scholars.

Italiano
Dolso Maria Teresa
pp. 601-620
Le maledizioni di Francesco
II.03.23.14

La presente ricerca affronta in modo specifico il tema delle maledizioni scagliate da Francesco. Prendendo in esame i suoi scritti e le fonti agiografiche, cronistiche e compilative due e trecentesche, si sono individuati alcuni episodi che presentano non pochi spunti di riflessione e soprattutto si è potuta tracciare una netta cesura tra i termini, i modi e le finalità del ricorso alla maledizione negli scritti Francesco e nella tradizione successiva. Si tratta di uno scarto significativo che segna il passaggio da un fondatore che, negli scritti, non rivendica mai la facoltà di maledire, a una tradizione successiva che, invece, gliela attribuisce correntemente. Tale mutamento corrisponde a un diverso collocarsi della figura di Francesco che attesta la sua crescente l'autorevolezza" nella memoria storica dell'Ordine. Con particolare riguardo si è esaminato uno degli episodi di maledizione caratterizzato da una notevole diffusione nelle fonti trecentesche ma riferito al secolo precedente e avente per oggetto la polemica, non sopita, sull'impegno dei frati nello studio.

The study specifically examines the subject of Francis' curses. By examining his writings and the hagiographical sources, chronicles and compilations of the thirteenth and fourteenth centuries, episodes which pose problems have been discovered. It has above all been possible to trace a clear-cut distinction between the terms, modes and purposes of the curse in Francis' writings and in those of the successive writings. The difference is significant, and marks the transition from a founder who, in his writings, never used the curse and a later tradition which, instead, attributes this habit to him. This change testifies to the metamorphosis of his figure, a testimony of his increasing "authority" within the historical consciousness of the Order. Particular attention has been given to the episode of one of the curses, found in many of the sources of the 14th century, even though it refers to the preceding century. It pertains to the debate, still then much in vigour, on whether or not the friars should busy themselves with learning.

Italiano
Di Fonzo Lorenzo
pp. 621-632
Il canto di san Francesco con l'usignolo
II.03.23.15

Nel noto argomento dell'amore di san Francesco per la natura e delle sue lodi "a nome di tutte le creature" all'"Altissimo onnipotente bon Signore", come fece nel famose "Cantico di frate Sole2, si rievoca un analogo caratteristico episodio e vero "fioretto" storico, oggi alquanto dimenticato: il duetto canoro di lodi parimenti "a Dio in tutte le Creature" provocato ed eseguito dal Santo in riscontro al gorgheggio di un Usignolo. Si premettono opportune informazioni sul patrimonio autentico di "Scritti" e "laudi" dell'Assisiate (circa 35), e i suoi incontri con vari uccelli (con la celebre "Predica" fra i quali il presente con l'Usignolo (in latino "Philomela-Philomena", "amica del canto") nella splendida scenografia del duetto canoro. Unico testimone e narratore del fatto fu il celebre socio del Santo, fra Leone d'Assisi (+ 1271) che, pur senza trasmetterci il testo delle esplicite "lodi" e annesse modulazioni melodiche, ne riportò bene il racconto storico, conservato in sei manoscritti dei secoli XIV-XV Infine, il testo originale latino e versione italiana.

In the style of the well-known episode of saint Francis' love for nature and of his praises "on behalf of all creatures" to the "Most High and Omnipotent good Lord", as in the Song to brother Sun, a similar episode is recalled, a true, historic "little flower", which is somewhat forgotten today: the musical duet of praises likewise addressed to "God on behalf of all creatures" performed by the saint upon the occasion of the trill of a Nightingale. The work first gives valid information on the authentic list of Francis' writings and "praises" (about 35) and of his encounters with various birds (together with the celebrated "Sermon"), amongst which is the present one with the Nightingale (in Latin "Philomela-Philomena": "friend of song") within the splendid setting of the musical duet. The only witness and narrator of the event is the celebrated companion of the saint, Friar Leo of Assisi (+ 1271) who, despite not having given us the text of the "praises" and annexed melody modulations, has given an accurate historical account, recorded in six manuscripts of the XIV-XV centuries. The original Latin text and an Italian version are then given.

Italiano
Accrocca Felice
pp. 633-655
La straordinaria influenza di un 'opera incompiuta: a proposito del San Francesco d'Assisi di Raoul Manselli
II.03.23.16

L'articolo presenta e discute la recente "editio maior" della biografia di san Francesco di Raoul Manselli, arricchita delle note critiche apposte dall'autore prima della sua morte improvvisa (20 novembre 1984), fortunosamente ritrovate circa due anni or sono. La biografia di Manselli suscitò, sin dalla sua prima edizione, pubblicata senza note (1980), vive reazioni; dopo un'analisi degli interventi più significativi in proposito, la nota rileva il carattere di "opera incompiuta" del testo manselliano, che tuttavia ha esercitato sulla storiografia un'influenza profonda, la straordinaria solidità del metodo utilizzato dall'autore e di alcune intuizioni fondamentali, per riconoscere, infine, anche il peso di alcune "assenze" e di errate valutazioni. Manselli, in definitiva, ha rappresentato un momento essenziale della ricerca storica su Francesco.

The article introduces and discusses the recent "editio major" of Raoul Manselli's biography of Saint Francis. This edition appears enriched by the author's critical notes, written before his untimely death (20 November 1984), which fortunately came to light about two years ago. Manselli's biography, the first edition of which was published without notes in 1980, aroused immediate and strong reactions. After analysing the most significant reactions, the article evinces the "unfinished" character of Manselli's work which, however, has had a profound influence on historiography. The article also highlights the extraordinary soundness of the method used by the author and some intuitions of fundamental value; and it finally recognises the weight of some "absences" and mistaken evaluations. To conclude, Manselli represents an essential stage in the historic research on Francis.

Italiano
Bartoli Marco
pp. 657-663
La Regola di santa Chiara: una Sinossi cromatica. Note di lettura
II.03.23.17

La recente pubblicazione della nuova edizione della Regola di santa Chiara, basata su una distinzione cromatica tra le fonti e le derivazioni, permette all'autore di sottolineare l'originalità di metodo, che è stato condotto con serietà scientifica. Questa offre l'opportunità di intraprendere un breve viaggio attraverso l'originalità dell'intuizione di santa Chiara, con una passione che il tempo non ha logorato e che la ricorrenza delle celebrazioni per il centenario aiuta a far rivivere.

The recent issue of a new edition of the Rule of Saint Clare, based on the chromatic distinction between sources and derived works, enables the author to underline the originality of the method, conducted with scientific seriousness. This offers the opportunity to undertake a synthetic journey through the originality of Saint Clare's intuition, with a passion which time has not worn away and which the recurrence of the centenary celebrations helps to renew.

Italiano
Vauchez André
pp. 665-670
Francescanesimo veneto. A proposito del "Liber contractuum"
II.03.23.18

Il "Liber contractuum" dei frati Minori di Padova e Vicenza, redatto dal Comune di Padova nel 1302, rappresenta un'importante impresa editoriale che raccoglie un enorme numero di documenti. Essi sono serviti a far luce sulla storia di Padova, ma soprattutto sulla storia degli ordini Mendicanti e dei loro rapporti con la società del tempo, sul funzionamento dell'Inquisizione nel Veneto e sulla vita economica, specialmente dei frati Minori, attraverso la registrazione della concretezza della vita quotidiana.

The "Liber contractuum" of the Friars Minor of Padua and Vicenza, compiled in 1302, represents an important editorial undertaking which collects an enormous number of documents. They illuminate the history of Padua, but above all the history of the Mendicant orders and their links with contemporary society, the functioning of the Inquisition in the Veneto and on economic life, especially that of the Friars Minor, around the recording of the concreteness of daily life.

Italiano
Giovè Marchioli Nicoletta
pp. 671-690
Scriptus per me. Copisti, sottoscrizioni e scritture nei manoscritti della Biblioteca Antoniana
II.03.23.19

Nelle sottoscrizioni con cui terminano i testi da loro trascritti i copisti non solo ci dicono il loro nome, ma menzionano il luogo e il momento in cui scrivono e ci informano anche dei fatti personali o degli avvenimenti storici che hanno vissuto. Così nelle sottoscrizioni dei manoscritti della Biblioteca Antoniana troviamo una grande messe di notizie, che ci permettono di ricostruire le identità e le personalità degli scriventi, la loro educazione, i loro interessi, ma anche i percorsi compiuti dai libri e l'importanza che ai libri e all'attività di copia veniva attribuita.

In the footnotes which terminate the texts, the copyists not only give us their names but also add the place and time in which they wrote. They also give information on personal details and the historic events which they experienced. We thus find a great mass of information in the footnotes to the manuscripts in the Biblioteca Antoniana. This information allows us to reconstruct the identities and personalities of the copyists, their education, their interests but also the itinerary followed by the books and the importance attributed to books and the activity of copying them.

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Martellozzo Forin Elda
pp. 691-711
Per la storia della stampa a Padova nel secolo XV
II.03.23.20

La prima parte del contributo mette a fuoco la figura di Antonio Albrizzi, un bresciano trasferito a Padova per seguire i corsi di arti e medicina, che nella città euganea si avvicinò all'arte della stampa fino a diventare non solo editore, come già era noto, ma anche mercante di libri. I nuovi documenti pubblicati lo vedono impegnato ad acquistare e scambiare edizioni appena uscite o in procinto di uscire dai torchi, con Giovanni Herbort, uno dei tipografi più attivi in queglia anni a Padova. La seconda parte ricostruisce la biografia di Antonio da Gazzo, figlio di un facoltoso giurisperito, orfano in tenera età e cresciuto nella casa di una zia patema. Si dedicò, come il fratello maggiore Matteo, allo studio delle arti e della medicina, che concluse con successo con la doppia laurea. Compose, poco dopo il dottorato in medicina, l'unica opera che fu pubblicata, la Florida corona medicinae, mentre altri scritti di argomento scientifico o ascetico si conservano tuttora manoscritti. Si pubblica il contratto per la stampa dell'opera, firmato 19 novembre 1490 da Antonio da Gazzo e dallo stampatore Giovanni Gregori.

The first part of this contribution focuses on the figure of Antonio Albrizzi, who moved from Brescia to Padua in order to attend courses in the arts and medicine. in this city he became acquainted in the art of printing, becoming, as known, not only a publisher, but a merchant of books. The new documents published reveal him in the activity of buying and exchanging newly published editions (or on the point of leaving the presses), from Giovanni Herbort, one of the most active printers in those years in Padua. The second part reconstructs the biography of Antonio da Gazzo, the son of a well-off jurisconsult, orphaned at an early age and raised in the home of a maternal aunt. He dedicated his life, in the wake of his elder brother Matteo, to the study of the arts and of medicine, which he successfully concluded with a double degree. He authored, shortly after his doctorate in medicine, the only published work, the Florida corona medicinae, whereas his other writings of scientific or ascetic nature are still in manuscript form. The contract for the printing of this work is published, signed 19 November 1490, between Antonio da Gazzo and the printer Giovanni Gregori.

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Callegari Marco
pp. 713-717
Il libraio e l'erudito. Il carteggio tra Giacomo Cadorino e Antonio Magliabechi
II.03.23.21

Erede della libreria fondata alla fine del '500 da Francesco Bolzetta e accresciuta in seguito di una tipografia dal padre Matteo, Giacomo Cadorino (+ 1718 ca.) proseguì l'attività editoriale dei suoi predecessori a partire dal 1667, imperniandola anch'egli sul mercato universitario padovano. Le scarse notizie biografiche rimaste vengono incrementate dal suo carteggio con il famoso erudito toscano Antonio Magliabechi, che funse da tramite con i librai fiorentini per alcuni dei volumi stampati dal Cadorino soprattutto negli anni Settanta del XVII secolo.

Heir to the book-shop established at the end of the 16th century by Francesco Bolzetta, to which his father Matteo later added a printing house, Giacomo Cadorino (+ 1718 ca.) continued the publishing work of his predecessors from the year 1667, basing it on the Paduan university market. The scanty biographical material remaining has been incremented by the collection of letters on his correspondence with the famous and scholarly Tuscan Antonio Magliabechi, who acted as middle-man with some Florentine book sellers for some of the volumes printed by Cadorino, especially in the 70s of the 17th century.

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Vogrin Marjan
pp. 719-723
Un frammento del Codex Theodosianus nella Biblioteca dei frati Minori Conventuali a Ptuj
II.03.23.22

Il contributo presenta un frammento del "Codex Theodosianus", conservato presso la biblioteca dei Frati Minori Conventuali a Ptuj. Il frammento pergamenaceo, di cui viene data trascrizione, costituisce oggi la sovraccoperta del libro "Sedes materiarum iuris"; una attenta analisi della calligrafia porta a collocare il frammento nell'alto Medioevo.

This contribution presents a fragment of the "Codex Theodosianus", which is preserved in the library of the Friars Minor Conventual at Ptuj. This fragment of parchment, whose transcription is given, constitutes today the superimposed book, the "Sedes materiarum iuris"; a close analysis of the script assigns the fragment to the high Middle Ages.

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Valenzano Giovanna
pp. 725-732
Il graduale I di Gemona (1287 ca.) scritto e miniato nel convento di Sant'Antonio a Padova
II.03.23.23

Come noto, il Gruaduale I del Duomo di Gemona, ora custodito presso il Museo Arcivescovile di Udine, insieme agli altri cinque libri di coro, fu acquistato dal convento padovano di Sant'Antonio tra 1343 e 1368. Le aggiunte a margine delle litanie dei santi Prosdocimo (c. 168v) e Giustina (169r) e, di mano diversa, l'invocazione a san Ludovico, confermano che i corali di Gemona non solo sono stati prodotti nello scrittorio del convento di Sant'Antonio a Padova, ma sono stati usati dal coro dei frati finché non fu approntata la nuova serie di antifonari e graduali trecentesca, ancora oggi conservata presso la Biblioteca Antoniana. L'assunzione, in ambito francescano, del culto dei santi patroni della città, introdotto a Padova nel 1295, fornisce un ineludibile terminus ante quem per la realizzazione del Graduale, che può essere ulteriormente precisato in base al confronto con il Graduale, oggi alla Biblioteca Capitolare di Padova, datato 1290, la cui miniatura con la Resurrezione deriva da quella del Graduale di Gemona.

It is known that the Gradual I of the Duomo of Gemona, now in the Museo Arcivescovile of Udine, together with the other five choral books, was purchased by the Paduan Convent of Saint Anthony between 1343 and 1368. The additions at the margins of the litanies of saint Prosdocimo (168v) and Giustina (169r) and, by a different hand, the invocation to Saint Ludovic, confirm that the choral books of Gemona have not only been produced in the writing-hall of the convent of Saint Anthony in Padua, but that they have been used by the choir of the friars until the approval of the new series of the 14th century antiphonaries and graduals, still in the Biblioteca Antoniana. The assumption, amongst the Franciscans, of the cult of the patron saints of the city, introduced in Padua in 1295, sets an unavoidable terminus ante quem for the production of the Gradual, which may be further determined with even greater precision by comparing it with the Gradual, now in the Biblioteca Capitolare in Padua, dated 1290, in which the illumination with a Resurrection is derived from the one in the Gradual of Gemona.

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Baldissin Molli Giovanna
pp. 733-748
Non pauco labore... scriptus est suprascriptus lapidarius. Il codice 24 della Biblioteca Antoniana di Padova
II.03.23.24

Il cod. 24 della Biblioteca Antoniana contiene alcuni trattati di origine medioevale sul significato e le proprietà delle pietre preziose. Il trattato più interessante è il primo, un volgarizzamento in prosa del poema che il vescovo Marbodo di Rennes compose negli ultimi anni dell'XI secolo ("Liber lapidorum seu de gemmis"). Il codice offre l'opportunità di riflettere sulla struttura e la diffusione dei Lapidaria medioevali e di ipotizzare cautamente un'area di provenienza del manoscritto, compilato nel 1471 per l'orefice Iacopo di Cola da Parma da un genovese il cui nome, forse, era Dasio.

Manuscript 24 of the Biblioteca Antoniana contains some medieval treatises on the significance and the properties of precious stones. The more interesting tract is the first, a vernacular translation in prose of the poem which was written by the bishop, Marbodo di Rennes in the last years of the twelfth century ("Liber lapidorum seu de gemmis"). The manuscript offers an opportunity to reflect on the structure and the circulation of medieval lapidaries and to present a cautious hypothesis regarding the provenance of the manuscript, which was compiled in 1471 for the goldsmith Iacopo di Cola of Parma by a Genoese with the name, perhaps, of Dasio.

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Lovato Nicoletta
pp. 749-758
Un orafo vicentino al Santo: Andrea Barci. Evoluzione stilistica dell'artista settecentesco
II.03.23.25

La vita e l'attività di Andrea Barci sono, sino a questo momento, vincolate alle due portelle dell'altare delle Reliquie del Santo a Padova. Grazie agli studi fin qui svolti si svela invece un universo ben più interessante dell'attività dell'argentiere e se ne coglie fino in fondo l'essenza. Fortemente vincolato a un tipo di cultura barocca, Andrea sa dare ai suoi fiori una vividezza difficilmente riscontrabile in altri artisti dello stesso periodo. In questo studio si riesce a cogliere il vero stile del maestro, quello delle cartegloria di Valli e del calice di Valdagno, ben diversi dallo stile ingenuo e contenuto delle portelle antoniane nelle quali Andrea, artista provinciale, si trova a lavorare col ben più noto Scarabello. Lo stesso influenzerà l'ultima parte dell'attività lavorativa di Andrea, quella in cui il Barci cerca di sposare lo stile San Marco, preclusione del Neoclassicismo. Ma Andrea è ben altro: un artista tutto volute "rocaille", carnosi gigli e turgide rose, che non sa essere antesignano dei suoi tempi ma che vive a fondo quelli della giovinezza e della maturità. Muore presumibilmente a Vicenza, dov'era nato sessant'anni prima lasciando un'avviata bottega il cui lavoro si può ancora ammirare nel delizioso altarolo di San Pietro.

The life and work of Andrea Barci have been, up to now, restricted to the two small doors of the altar of the relics of the Saint in Padua. Thanks to recent studies, a wholly different and more interesting picture emerges of the activity of the silversmith and one is able to understand its essence. Strongly bound to a baroque type of culture, Andrea is able to give his flowers a liveliness unequalled in other artists of his time. This study enables one to understand the true style of the master, that of the altar-cards of Valli and of the chalice of Valdagno, which is quite different from the naive and restricted style of the Anthonian doors, where Andrea, as a provincial artist, is forced to work under the shadow of the renowned Scarabello. The latter will influence the last part of Andreas working life, that in which Barci tries to wed the San Marco style, a preclusion of Neoclassicism. But Andrea is much more besides: he's all for "rocaille" spirals, plump lilies and turgid roses, he knows not how to be a forerunner of his times but lives to the full those of his youth and maturity. His death presumably took place in Vicenza, where he was born 60 years previously. He left behind a prosperous work-shop whose production can still be admired in the delightful little altar of San Pietro.

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Chiarot Giulia
pp. 759-762
La tratta dei coralli secondo un atto notarile dell'Archivio di Stato di Padova
II.03.23.26

La ricerca di documenti inediti riguardanti l'arte orafa padovana del Quattrocento ha portato alla luce un particolare atto notarile, molto lungo e ricco di particolari, che descrive in modo dettagliato la vendita di un ingente carico di coralli provenienti dal Marocco. La trattativa avviene tra due importanti famiglie: i Doria di Genova che da secoli gestivano importanti traffici nel Mediterraneo e i Priuli di Venezia, potenti signori che ricoprivano cariche pubbliche e si arricchivano con il commercio. Avere il monopolio nei territori di pesca del materiale prezioso significava mobilitare molti mezzi e centinaia di persone tra pescatori, marinai e artigiani disposti a trasferirsi da varie parti del sud Europa per fare delle loro particolari mansioni l'unica fonte di sostentamento. La ricca e costosa fornitura di coralli è motivata dalle continue esigenze artistiche - note fin dall'antichità - di impiegare in gioielli e in piccoli amuleti un materiale non solo gradevole per colore e forme, ma anche carico di particolari significati.

The search for unpublished documents on Paduan goldsmith art of the 15th century has brought to light a peculiar notorial act. It is very long, filled with particulars and describes in detail the sale of a huge shipload of coral from Morocco. The transaction takes place between two important families: the Doria of Genoa, with their centuries-old leadership in the shipping transactions in the Mediterranean, and the Priuli of Venice, a powerful family which held important public offices and derived wealth from commerce. To exercise a monopoly on the precious material in the fishing waters implied the mobilization of material means and of hundreds of people such as fishermen, sailors and artisans willing to move from various places in the South of Europe in order to make of their specific tasks the only source of income. The rich and costly supply of corals is caused by the continuous demand for this material (renowned since antiquity for its pleasant colour, form and peculiar cultural significance) for the creation of jewels and small amulets.

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Baggio Luca
pp. 763-774
Un documento su Antonio Bertolli restauratore al Santo
II.03.23.27

Il contributo presenta tre documenti conservati presso l'Archivio Moderno della Veneranda Arca di Sant'Antonio, uno dei quali inedito, relativi allo stacco di affreschi trecenteschi (una "Madonna con Bambino" attribuito a Jacopo da Verona, dal chiostro del Capitolo, e un "San Ludovico" di pittore giottesco del primo Trecento, dalla cappella di San Ludovico, oggi conservati nel Museo Antoniano) effettuato nel 1900 da Antonio Bertolli. La vicenda dello stacco viene interpretata quale significativo esempio della cultura della conservazione del patrimonio artistico, che all'epoca era particolarmente impegnata proprio al Santo, sia sollecitando il restauro di opere antiche e il ripristino dell'aspetto medievale del monumento, sia promuovendo la nuova decorazione pittorica della basilica antoniana.

The author presents three documents, kept in the Archivio Moderno of the Venerabile Arca di Sant'Antonio, (one of which is unpublished), regarding the removal of 14th century frescoes (a "Madonna with Child" attributed to Jacopo da Verona, from the Chapter cloister and a "Saint Ludovic" by a painter of the Giotto-school of the beginning of the 14th century from the chapel of Saint Ludovic, now in the Museo Antoniano). The removal was carried out in 1900 by Antonio Bertolli. This removal is seen as a noteworthy example of the culture of preservation of the artistic patrimony which in those times was particularly active at Saint Anthony's Basilica. This culture aimed at the renewal of ancient art works, the reconstitution of the medieval aspect of the monument and the promotion of new paintings to be performed at the Anthonian Basilica..

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Scarano Argirò Costanza - Socrate Giorgio
pp. 775-786
La Biblioteca Antoniana e i suoi restauri
II.03.23.28

L'articolo ripercorre i momenti salienti della costruzione della Biblioteca Antoniana e delle varie modifiche e restauri che hanno interessato gli ambienti a essa adibiti e le decorazioni. Segue una dettagliata relazione dei restauri eseguiti in occasione del Giubileo del 2000 con particolare attenzione agli interventi di consolidamento per i quali sono state sperimentate metodologie e impasti di materiali appositamente studiati.

This article recovers the salient moments in the construction of the Biblioteca Antoniana and the various modifications and restorations which have affected its surroundings and decorations. There follows a detailed account of the renovations carried out for the Holy Year of 2000 with particular attention to the reinforcement of the library for which methodologies were tested and colours mixed with materials which had been studied appositely.

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Modena Claudio – Bettio Carlo
pp. 787-798
La nuova struttura di sostegno del soffitto affrescato della biblioteca del Santo
II.03.23.29

Mene illustrato l'intervento di consolidamento statico realizzato nell'ambito del restauro del soffitto affrescato della Biblioteca Antoniana del complesso basilicale di Sant'Antonio a Padova, interessato da profonde lesioni e distacchi dovuti alla eccessiva e incontrollata deformabilità della struttura originaria in legno. È stata realizzata una nuova struttura, molto leggera e indipendente dalla copertura, costituita da una reticolare spaziale costruita in sito con elementi in lega di alluminio, che sostiene, con un sistema di sospensione costituito da cavetti in acciaio, dotati di una molla e di un tenditore, l'orditura minuta della volta.

This work illustrates the static reinforcement performed on the fresco covered ceiling of the Biblioteca Antoniana, annexed to the Basilica of Saint Anthony. The ceiling was suffering from deep cracks and the detachment of material, due to the easily deformable nature of the original wooden structure. It has been substituted by a new structure, which is lighter and independent of the fresco cover. This structure is constituted by a space net, built directly on the spot in alloys of alluminium. This net holds the minute warping of the vault in place through suspension, with the aid of steel cables furnished with a spring and a tightner.

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Diano Antonio
pp. 799-812
Appunti per una storia dell'architettura minoritica nella diocesi di Padova (secoli XIII-XIV). Le exuviae superstiti
II.03.23.30

Si presentano gli esiti di una ricerca preliminare sull'architettura minoritica dei primi due secoli nel territorio padovano. Le tre superstiti emergenze individuate restituiscono un'immagine problematica e non scontata dell'edilizia periferica dell'Ordine, venendosi a collocare dentro una trama fitta e non sempre trasparente di relazioni con l'architettura mendicante urbana e, d'altra parte, con le tradizioni e i gusti costruttivi e stilistici di matrice più specificamente locale. Ne risulta confermata la necessità di procedere alla predisposizione di un atlante delle fondazioni, concepito in un'ottica strettamente correlata alle più recenti tendenze storiografiche, nell'auspicabile interazione di varie discipline che possano convergere in un proficuo esercizio di archeologia del territorio.

The results of a preliminary research on Franciscan architecture of the first two centuries in the Paduan area are here presented. The three architectural residues remaining give us a problematic and unprecise picture of the Order's buildings in the peripheral areas of the city. On the one hand, it is set within a thick and unclear web of relations with the Franciscan architecture of the city, and on the other with the tastes, building and stylistic traditions of a more local origin. This confirms the necessity of proceeding with the production of an atlas of the various buildings, compiled within the framework of the latest historiographical tendencies, in the hope that the various disciplines may converge in the useful activity of bringing to light the archaeology of the territory.

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Calore Andrea
pp. 813-821
L"'ingiegnero" veronese Nicolò dalla Bellanda e la sua opera a Padova nel secolo XIV fra certezze e attribuzioni
II.03.23.31

In questo studio si è cercato di puntualizzare la figura finora non molto considerata, dell"'ingiegnero" veronese Nicolò dalla Bellanda che, quasi sicuramente dopo un soggiorno formativo in Lombardia, svolse la sua attività a Padova nella seconda metà del Trecento (e forse poco oltre). In particolare nella suddetta città egli progettò e diresse a partire dal 1374, per conto di Francesco il Vecchio da Carrara, la ristrutturazione e l'ampliamento del castello ezzeliniano, che comportò fra l'altro la sopraelevazione, con notevoli spunti architettonici, del torrione maggiore. Ma, alla conclusione della sua carriera, potrebbe aver progettato anche la costruzione dei due campanili del Santo. Infine in appendice, si è presa in considerazione la sinopia eseguita dal Pisanello nel Palazzo Ducale di Mantova, che verosimilmente rappresenta il castello di Padova così come poteva apparire nei primi decenni del Quattrocento.

This study tries to emphasise the figure of Nicolò dalla Bellanda, an "ingegniero" [architect] from Verona; a rather neglected personality. It is almost certain that after a formation period in Lombardy, he worked in Padua in the second half of the 14th century (and perhaps for sometime after). It was in this city in particular that he designed and directed, from the year 1374 and on commission from Francesco il Vecchio da Carrara, the renovation and extension of Ezzelino's castle. This work involved, among other things, the superelevation, with some notable additions, of the major tower. He may also, at the end of his career, have designed the construction of the two bell-towers of St Anthony's Basilica. At the conclusion of the work, the appendix examines the sinopite performed by Pisanello in the Palazzo Ducale at Mantua, which seems to portray the castle of Padua as it may have appeared in the first decades of the 14th century.

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Nessi Silvestro
pp. 823-829
Gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, firmati e datati, nel chiostro di San Francesco a Siena
II.03.23.32

Tanto scarsi sono i dati documentari certi relativi all'artista senese Ambrogio Lorenzetti (noto dal 1319 al 1348), che sembra interessante mettere in evidenza un suo cielo pittorico molto ammirato ai suoi tempi, purtroppo perduto e soltanto assai parzialmente riscoperto in anni recenti (1978) nel chiostro di San Francesco a Siena. Di esso è stata fino a ora ignorata la presenza della firma del pittore e della data del completamento dell'opera, che v'erano in calce (1335), copiate e rese note a suo tempo dal frate minore cappuccino Zaccaria Boverio (1632 e 1643). Il ciclo perduto era anche importante perché dedicato al giovane frate minore senese Pietro, che insieme ai confratelli Tommaso da Tolentino e Iacopo da Padova erano morti martiri a Thanah (odierna Bombay), appena quattordici anni prima (1321) dell'esecuzione dei dipinti.

Reliable documentary information relating to Ambrogio Lorenzetti (recorded from 1319 to 1348), an artist from Siena, is so scarce, that it seems interesting to emphasise one of his painting cycles, much admired at the time. The work was unfortunately lost and only partially recovered in recent years (1978) in the cloister of Saint Francis in Siena. The signature and date (1335) of the painter, placed at the bottom, have been ignored until recently. They were, however, copied and made known at the time by the Capuchin friar Zaccaria Boverio (1632 and 1643). The lost cycle was also important because it was dedicated to Pietro, a young friar Minor from Siena, who, together with his brethren Tommaso da Tolentino and Iacopo da Padova, had suffered a martyr's death in Thanah (modern day Bombay), just 14 years before (1321) the painting.

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Gieben Servus
pp. 831-855
Le “Memorie degli Eroi Francescani”. Raccolta veneta di 152 incisioni francescane pubblicata nel 1684
II.03.23.33

Il contributo ripercorre la storia dell'identificazione di 152 incisioni, raccolte all'interno di un prezioso volume, forse unico esemplare, della edizione delle "Memorie degli Eroi Francescani", raffiguranti santi, beati, venerabili, martiri, che dalla nascita dell'ordine francescano al Seicento, avevano seguito "eroicamente" la fede in Cristo. Vista la singolarità e complessità delle immagini è stata sicuramente necessaria una collaborazione tra l'ideatore della serie, probabilmente identificabile con padre Pietro Antonio da Venezia, cronista dell'Ordine tra la fine del '600 e gli inizi del secolo successivo e gli incisori e i disegnatori, per la maggior parte non ancora identificati, dei diversi soggetti. Le tavole riccamente decorate dovevano essere probabilmente destinate a personaggio francese, poiché in questa lingua sono le didascalie di ognuna di esse.

This contribution retraces the story of the identification of 152 engravings, collected in a precious volume which may be the only copy, of the edition of the "Memory of Franciscan Heroes". They portray saints, venerable blessed, martyrs who, from the birth of the Franciscan Order up to the 17th century, had "heroically" followed the faith in Christ. Due to the peculiarity and complexity of the images, we may surely conclude that a collaboration was necessary between the man who conceived the work, probably Father Pietro Antonio da Venezia, chronicler of the Order, active at the end of the 17th century and for some years beyond, and the engravers and drawers, most of whom have still not been identified. The tables, richly decorated, were probably destined for a French man because the captions for each of them are in this language.

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Gulli Grigioni Elisabetta
pp. 857-874
Cordigli francescani. Valenze spirituali, protettive, decorative
II.03.23.34

L'autrice, riallacciandosi a un proprio precedente scritto del 1979, propone l'osservazione del cordiglio francescano nella pittura, nella grafica, nell'oreficeria, nell'architettura e nell'uso delle confraternite dei Cordigeri indicandone originali potenzialità comunicative che oltrepassano il primario ruolo svolto nel sistema vestimentario simbolico francescano. Individua, in particolare, nell'emblema cardiocristologico circondato dalla cintura della Vergine in forma di cordiglio francescano, caratterizzante una tipologia di stampe e immaginette diffuse in Europa nel Seicento e nel Settecento, la significativa fusione delle valenze spirituali, protettive e decorative attribuite al cordiglio.

The author, taking one of her previous writings of 1979 as a starting point, focuses her attention on the Franciscan cord or girdle in paintings, drawings, goldsmith art, architecture and in the usages of the brotherhood of the Cordigeri [a Franciscan brotherhood which placed special emphasis on the cord]. She brings to light its original communicative potentialities which go beyond the primary role played in the symbolic clothing system of the Franciscans. She highlights, in the cardio-christological emblem, the significant fusion of the spiritual, protective and decorative values attributed to the cord. This emblem was girdled by the "belt of the Virgin" in the form. of a Franciscan cord, and characterised a model of prints and images widespread in Europe in the 17th and 18th centuries.

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